UNITE PER AREZZO
Le due più antiche Istituzioni della città: Fraternita dei Laici (fondata nel 1263) e ArciConfraternita della Misericordia (fondata nel 1315) unite per la prima volta attorno al cibo e al vino della terra di Arezzo.
Data:
24 Settembre 2023
Poteva esserci un inizio d’autunno sotto auspicio migliore? E che simboleggiasse l’insieme di valori condivisi tra le due storiche realtà così radicate nel tessuto sociale cittadino, con i loro servizi e le tante attività a favore del bene comune?
Ieri sera è accaduto proprio questo: un gruppo di oltre 60 partecipanti misti di appartenenti alla Misericordia di Arezzo e alla Fraternita dei Laici hanno aderito all’annunciata Apericena presso le Tenute di Fraternita in località Mugliano.
L’iniziativa voleva essere un momento d’incontro reciproco all’insegna della convivialità, per un sabato sera un po’ diverso, in una bella location: ma in realtà, oltre a tutto questo, è stato molto di più. Per vivere la vendemmia. La visita guidata attraverso gli impianti e i locali di Tenute di Fraternita ha permesso a tutti di apprezzare ognuno dei passaggi fondamentali del processo di vinificazione, che in questa azienda vitivinicola sono rappresentati tutti, dalla vendemmia – caratteristica proprio di questo periodo stagionale – fino all’imbottigliamento.
Così la serata è iniziata con l’osservazione e l’assaggio dell’uva dei diversi vitigni, curata anche personalmente dal prof. Pier Luigi Rossi – che ricopre la singolarità storica di rappresentare contemporaneamente sia la Misericordia di Arezzo, essendone Governatore, sia la Fraternita dei Laici, di cui è Primo Rettore – ed è proseguita con la visita alla “Cantina”, alla “Barriccaia”, al “Giardino”, alle “Stanze del vino”, accompagnata dalle spiegazioni dell’Enologo Fabrizio Ciufoli e altri esperti aziendali che, con passione e competenza palpabili, hanno saputo intrattenere istruttivamente ogni intervenuto.
Si apprende in particolare la connotazione biologica improntataalla sostenibilità di questa realtà che già faceva parte della tradizione aretina, essendo tra le più antiche, e che lo sviluppo ricevuto negli ultimissimi anni ha reso unica per le nostre terre: ed è proprio vero che “il vino degustato e spiegato da chi lo produce ha un sapore diverso”, fatto com’è di ricordi, dedizione, aneddoti, territorio, tradizioni e aromi di ciò che lo circonda.
Il vino non è (solo) bevanda bensì storia e cultura di vita.
Tecnicamente, tutto questo si proietta nella moderna sapienza di coltivazioni biologiche, dove i diserbanti sono banditi; e dove la vinificazione è resa spontanea dall’impiego di lieviti indigeni, senza l’aggiunta di enzimi. Per non dire dell’affinamento, che viene fatto in barriques di rovere e, per i vini dolci, in antichi caratelli. La sola Cantina ha una capacità di 3.600 ettolitri in botti d’acciaio ed è alimentata da un impianto fotovoltaico. Una recente, incombente infestazione di “peronospera” – temutissima malattia della vite, causata da un micete (fungo), che rischia di abbattere il raccolto annuale del 50% e oltre – è stata prevenuta e debellata non con la chimica ma con un provvidenziale estratto naturale, l’olio essenziale di arance dolci siciliane!
Insomma, le produzioni enogastronomiche di Tenute di Fraternita – come i cibi e i vini degustati infine nell’Apericena – contribuiscono con il loro elevato grado di qualità e di naturalità al benessere dei consumatori delle nostre zone.
Ed è bello cogliere in tutto questo l’affinità forse più profonda tra le due istituzioni, Misericordia e Fraternita, che sopravvive oggi più che mai attraverso i secoli: appartenere a una delle due – o anche a entrambe – fa sentire a ogni componente, a prescindere dal suo ruolo, di portare un importante contributo di utilità alla salute di tutti i cittadini delle nostre terre d’Arezzo.