GIUBILEO 2025, di cosa si tratta?
Scopriamo insieme cos’è il Giubileo Ordinario, in particolare questo del 2025. E come sia possibile che la semplice essenzialità di questa “festa” per un verso affondi le radici nella notte dei tempi e per un altro sopravviva ai millenni mostrandosi ancora così attuale.
Data:
29 Dicembre 2024
Il Giubileo Ordinario del 2025, apertosi formalmente alla Vigilia di Natale con lo spalancarsi della Porta Santa in Roma, è stato preceduto in realtà di diversi mesi da una data di rilievo, il 9 maggio 2024 u.s., allorché Papa Francesco dette lettura della Bolla d’Indizione papale “Spes non confundit” – “la speranza non delude” – durante la cerimonia di consegna nell’atrio della Basilica di San Pietro in Vaticano. È questo annuncio preventivo che di fatto sancisce l’avvento dell’Anno Giubilare.
“Giubileo”, come nome, sembra derivare dallo strumento utilizzato per indicare l’inizio di un anno particolare della tradizione ebraica: si trattava di un corno di montone chiamato yobel, il cui suono annuncia ogni anno il Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur) e assume particolare significato quando coincide con l’inizio dell’anno giubilare. Ne ritroviamo una prima idea nella Bibbia: doveva essere convocato ogni 50 anni. Da “yobel” a jobel, a Iubilaeus in latino fino a “giubileo” che è anche il verbo italiano “giubilare”, ossia “fare festa”. E nel Giubileo ebraico festa grande era, in effetti: venivano liberati schiavi e prigionieri, azzerati tutti i debiti, le terre riposavano e venivano restituite agli antichi proprietari ecc.
Duemilacinquecento anni dopo, durante il medioevo, Papa Bonifacio VIII vuol riprendere quest’antica tradizione ebraica e farla sua, anzi farla “alla romana” potremmo dire, e nel 1300 con l’indizione della bolla papale “Antiquorum Habet Fida Relatio” dichiara aperto il 1° Giubileo (cristiano) romano della Storia. Ma cosa succedeva di eclatante? C’era l’indulgenza plenaria, con la remissione totale dei peccati! Una sorta di “condono universale”, sia dal punto di vista materiale sia da quello spirituale. L’Indulgenza plenaria veniva concessa a tutti coloro che si fossero fatti le due tappe inizialmente previste come simbolici capisaldi della “peregrinatio”: San Pietro e San Paolo Fuori le Mura. Roma diventa rapidamente meta mondiale del Pellegrinaggio con la P maiuscola, quindi – per estensione – di ogni pellegrino. Bonifacio VIII dichiarò che questo Anno Santo si sarebbe dovuto ripetere ogni 100 anni.
Ma appena mezzo secolo dopo, nel 1350, Clemente VI ne indice già un altro, in più aggiungendo una terza tappa al pellegrinaggio: San Giovanni in Laterano.
Nel 1475 con Sisto IV gli anni d’intervallo tra un giubileo e il successivo dimezzano nuovamente, da 50 a 25. Insomma, al netto di alcune edizioni intermedie scandite da intervallo di 33 anni, la “misura” dell’età di Cristo sulla Terra, si passa dal mezzo secolo al quarto di secolo, come oggi. E in quell’occasione nasce anche la tradizione della “Porta Santa”.
L’indulgenza, dono senza prezzo della misericordia divina, rimane uno dei “segni” peculiari degli Anni giubilari.
Al trascorrere dei quali aumentano ancora le tappe del pellegrinaggio che infine diventano 7 (tali da aver innescato il modo di dire proverbiale del “giro delle 7 chiese” passato a indicare un procedimento di particolare e onerosa laboriosità…).
Il Giubileo del 2025 reca in sé anche qualcosa di curioso: se non contiamo i giubilei straordinari, questo è il 25° Giubileo ordinario…che cadrà nel ’25. Una coincidenza “singolare” nel vero senso della parola, in quanto non capiterà mai più.
Naturale comunque che intorno ai significati associabili al Giubileo – chi dimentica le ipotesi, le profezie e le aspettative che generò quello precedente, nel 2000, quale spartiacque tra due millenni? – si rincorrano tante riflessioni, dalle più fondate alle più immaginifiche. Dopotutto, non sono altro che la danza stessa delle contrastanti pulsioni insite nella natura umana.
Con una Umanità che ha sulle spalle una pandemia, una quantità di nuove guerre, una rincorsa alle armi senza precedenti, la crisi climatica e ambientale mondiale, quella demografica e migratoria e tutto il corredo di smarrimento, d’incertezze e di precarietà conseguenti, non è certo inverosimile avvertire la preponderanza di certe fragilità, l’insinuarsi di certo dubbio.
Ma è proprio in un momento del genere che una linea comune la possiamo individuare considerando semplicemente quella tracciata dallo stesso attuale Pontefice Papa Francesco che annunciò il Giubileo 2025 apertosi alla vigilia di Natale come il “Giubileo della Speranza”. “Spes non confundit”, appunto: “la speranza non delude”! E aggiunse: “Siate pellegrini di speranza”.
Un invito appassionato a essere testimoni ciascuno del proprio cammino di speranza in questo nostro tempo, rappresentare questa nostra contemporaneità.
Poiché, ricordando Sant’Agostino: «In qualunque genere di vita, non si vive senza queste tre propensioni dell’anima: credere, sperare, amare»
(L’immagine che correda il servizio è il logo stesso creato per l’evento giubilare 2025. Il suo significato spirituale consiste nell’invitare alla speranza nelle vicende personali e quando gli eventi del mondo lo richiedono con maggiore intensità: la parte inferiore della Croce si prolunga trasformandosi in un’ancora – metafora della speranza – che si impone sul moto ondoso).