Dieci pillole anti rischio in acqua

La Misericordia di Arezzo quest’anno ha portato nelle scuole superiori anche un programma sulla prevenzione e la gestione del rischio di incidenti in acqua. Tema cruciale per tutti, data la stagione estiva alle porte. Perché mai come in questo caso la prevenzione basata su corrette indicazioni di comportamento può fare tutta la differenza.

Data:
19 Giugno 2023

Dieci pillole anti rischio in acqua

Nella prima metà di giugno sono già molti gli incidenti in acqua e soggetti ad aumentare, se è vero com’è vero che diventano – con costanza da oltre un decennio – almeno un migliaio all’anno, dei quali ben quattrocento risultano mortali. Un dato già di per sé impressionante, aggravato dal fatto che il pubblico medio dei colpiti è giovanissimo, addirittura minorenne.

Il che chiama in causa sia l’inesperienza, sia appunto la trascuratezza più o meno inconsapevole, sia – soprattutto – la distrazione o la mancata sorveglianza da parte di figure adulte di riferimento implicitamente affidatarie della vigilanza preventiva e di una maggior consapevolezza sulla situazione.

Ecco quindi un decalogo riassuntivo, dieci semplici “spunti di riflessione”, veri e propri suggerimenti su cosa fare e specialmente cosa evitare nell’avere a che fare con l’acqua. E, in caso di richiesta di aiuto, chiamare soltanto il numero unico europeo per le emergenze, che è il 112

1-Valutare bene le proprie e le altrui capacità natatorie in base alle condizioni ambientali (temperature, meteo, onde, vento, a riva, al largo, su imbarcazione ecc), alle correnti e a tutto il contesto.

2-Mai trovarsi da soli in acqua – bisogna avere sempre un “compagno d’acqua” vicino – e soprattutto non avventurarsi lontano dalla riva, tantomeno se non si ha anche un natante d’appoggio.

3-Prestare estrema attenzione allo sbalzo termico tra fuori e dentro l’acqua, quindi non solo alla temperatura dell’acqua: situazioni come il corpo accaldato al sole, surriscaldato da attività sportiva o in fase digestiva, possono rivelarsi rischiose anche se l’acqua di per sé non è gelida; e comunque bisogna ricordare che le acque interne sono sempre molto più fredde del mare.

4-Evitare proprio di entrare in acqua se non ci si sente in perfette condizioni di salute, dal punto di vista sia fisico sia psichico.

5-Attendere almeno 4 ore dai pasti principali e almeno 2 ore dagli spuntini.

6-Non forzare mai le proprie prestazioni: l’acqua richiede sempre “conservazione delle energie”. Non nuotare mai contro corrente, bensì di lato; occhio alle correnti di risacca sui litorali. In mare si galleggia molto meglio che in acqua dolce.

7-Non arrampicarsi sulle scogliere; ed evitare comunque tuffi da altezze superiori alla propria statura e/o dove non si scorge nettamente il fondale; evitare di tuffarsi da mezzi di navigazione, sia fermi sia in movimento. In caso di onde alte con creste (i cosiddetti “cavalloni”), non tuffarsi a favore di onda, ma sempre contro (o dentro o sopra).

8-Nuotare nelle apposite aree dedicate ai bagnanti e in ogni caso mantenersi a distanza di sicurezza dai natanti e dai corridoi a loro riservati; rendersi ben avvistabili (boa con bandiera “segnasub” al seguito, anche per il nuotatore): il pericolo più frequente in acqua d’estate è restare travolti da natanti in transito!

9-Non distogliere mai neppure per un istante lo sguardo dal diretto controllo visivo sui minori, specie sui bambini, neanche se sono solo vicini all’acqua e non vi sono ancora entrati! Estrema attenzione a vasche, fontanili, piscine e qualsiasi altra raccolta d’acqua lasciata incustodita e a portata di bambino!

10-Immersione in Apnea: non farla se non sotto diretta sorveglianza visiva ed evitare l’iperventilazione forzata, manovra abbandonata da molto tempo poiché inutile ai fini della prestazione e anzi capace di predisporre l’organismo a danni da apnea prolungata; non usare tappi auricolari; non usare occhialini da nuoto privi del naso; impiegare equipaggiamento dedicato (muta isotermica); mai trattenersi sul fondo fino alla fame d’aria bensì risalire per tempo; l’apnea è un’attività subacquatica a tutti gli effetti – compreso lo Snorkeling di superficie – e come tale richiede un corso preliminare specifico.

Per completezza d’informazione dobbiamo aggiungere altri due ambiti di rischio: il primo è quello di natura infettiva, in quanto tutte le acque – soprattutto quelle dolci non clorate – possono essere veicolo d’infezioni sia batteriche, che virali e/o fungine; il secondo è derivante dal contatto con animali marini nocivi, e trattasi essenzialmente di punture (ricci), ustioni chimiche (meduse, vermocane ecc) o veleni (ittiotossine, come quella della tracina e dello scorfano). Per tutto questo secondo campo di inconvenienti è sempre indicato trattare le lesioni – nell’immediato – con acqua di mare calda: un rimedio antico, noto tra i pescatori, ma valutato oggi come il più efficace in generale, insomma a prescindere dall’animale nocivo toccato è una panacea universale da impiegare subito, sul posto.  

La stagione estiva e la vacanza non sono una scusa per dimenticare le regole di sicurezza e le buone pratiche di comportamento atte a evitare inutili rischi a noi stessi e a chi abbiamo vicino. Anche perché, essendo il soccorso in acqua demandato esclusivamente a figure specificamente formate e qualificate (gli Assistenti di Salvamento), al soccorritore occasionale e all’utente comune non rimane che agire di consapevolezzaprevenzione e sorveglianza attiva.

I mondi acquatici e sommersi sono universi naturali straordinari che è fondamentale frequentare e conoscere per acquisire una vera coscienza ambientale, ma a patto di essersi messi prima in sicurezza



Condividi questo contenuto su: