L’ultimo saluto al “parroco felice”
Si sono svolte ieri venerdì 17 febbraio nella chiesa della Badia di Arezzo le esequie funebri dell’amato Don Vezio Soldani che ne è stato parroco per quarant’anni. Oltre che correttore spirituale della Misericordia di Arezzo.
Data:
17 Febbraio 2023
C’è stata la partecipazione diffusa, solidale e commossa riservata solo a pochi grandi eventi, ieri, venerdì pomeriggio 17 febbraio, presso la chiesa della Badia di Arezzo – o delle SS Flora e Lucilla – dove il “parroco felice” Don Vezio Soldani ha esercitato per trentanove anni (compiuti) dei suoi settanta di sacerdozio. Una vita nella vita, si può dire.
E di quanta e quale impronta abbia lasciato nelle esistenze di tutti quelli che l’hanno conosciuto o anche solo incontrato ci si può rendere conto perfino da questo momento così mesto e doloroso: una chiesa che definire “gremita” è ancora dir poco.
Parrocchiani, soprattutto; e poi molti componenti della Misericordia, vecchi e nuovi, sia in divisa tecnica moderna, sia con la tradizionale tunica scura o “cappa” (quella da vestire con la “buffa”, ovvero il cappuccio, simbolo del valore dell’anonimato nel fare del bene); e ancora tanti comuni fedeli; nonché svariate rappresentanze; una moltitudine di altri parroci e sacerdoti; per arrivare alle presenze eccellenti, tra cui la singolarità di vedere tre vescovi assieme: l’attuale vescovo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro S.E. Rev.ma Mons. Andrea Migliavacca; l’ex vescovo S.E. Mons. Riccardo Fontana; il vescovo S.E. Mons. Franco Agostinelli, correttore spirituale della Confraternita nazionale delle Misericordie d’Italia; fino al Presidente della Confraternita nazionale delle Misericordie d’Italia, il Gen. Domenico Giani; il Governatore della Misericordia di Arezzo prof. Pier Luigi Rossi; i rettori componenti dell’attuale Magistrato; l’ex Governatore Antonio Bilotta; il correttore spirituale della Misericordia di Arezzo e attuale parroco della Badia che si avvicendò a Don Vezio in questi ruoli, padre Francesco Bartolucci.
Alcuni di loro sono intervenuti ai microfoni e, insieme a un familiare di Don Vezio che ha letto una bellissima memoria su di lui, ne hanno rammentato pubblicamente episodi e atti del sacerdozio…e alcuni aneddoti che l’hanno reso grande agli occhi e nel cuore di tanti, tanti concittadini. Un parroco che ha sempre amato il rapporto schietto e personale con la gente e ne è stato ricambiato.
Come sottolineato da molti: “…prima che un sacerdote, una persona indimenticabile!” E sopravvivere nella memoria affettiva di ognuno è caratteristica dei giusti.
Don Vezio, con la sagacia, lo spirito e l’autoironia che l’hanno sempre contraddistinto, amava dire che “doveva intrattenersi con le sue fidanzate”, riferendosi alle colombe e ai piccioni della “sua” Badia che non si riguardavano a sostargli sulle mani nel desiderio di qualche chicco di mangime.