Misericordia di Arezzo nelle scuole superiori
L’impegno globale della Confraternita nel mondo scolastico cittadino in questo focus sugli interventi divulgativi fatti alle scuole superiori. Per portare tra i giovani la conoscenza dell’universo della solidarietà. E l’invito a dedicarci un periodo della propria vita.
Data:
3 Giugno 2023
Sono state essenzialmente due le principali linee progettuali che hanno contraddistinto l’operato della Misericordia di Arezzo in questo primo semestre dell’anno in corso nel campo della divulgazione tra i giovani delle tecniche e dei valori più caratteristici dell’aiuto al prossimo, del soccorso, della solidarietà: una dedicata alle scuole superiori e l’altra coincidente con la progettualità ASSO. Di quest’ultima parleremo in un successivo articolo, mentre dedichiamo questo alla prima.
Essa ha riguardato i molteplici incontri di operatori e dirigenti della Misericordia di Arezzo nelle Scuole superiori, particolarmente nelle classi 3^, 4^ e 5^ dell’ITIS Istituto tecnico Galileo Galilei, del Liceo Classico Francesco Petrarca “curvatura biomedica” e del Liceo Scientifico Francesco Redi.
L’attività è tuttora in corso e proprio entro la prima quindicina di giugno ci saranno ancora incontri di questo tipo dedicati alla prevenzione dei rischi in acqua, per le classi Prime dell’ITIS, data l’imminenza del periodo balneare e la frequenza di questi incidenti che la bella stagione si porta dietro, fra piscine, fiumi, laghi e mare.
I destinatari di questa attività conoscitiva del mondo e delle attività della Misericordia sono già stati finora oltre 300 ragazze e ragazzi che hanno assistito a più sedute divulgative delle iniziative svolte dalla Misericordia di Arezzo in ambito socio-sanitario-assistenziale in favore della comunità e hanno partecipato a sedute conoscitive di tecniche e modalità del soccorso all’interno di corsi per soccorritori base o in attività di orientamento scuola-lavoro (PCTO) o altro del genere.
Si è verificata perfino la frequenza in Misericordia di due gruppi di Scout, per un totale di 35 giovanissimi, avvicendatisi in due appuntamenti di cinque ore ciascuno per acquisire consapevolezze nuove sul mondo e le tecniche del soccorso.
Recentemente, una di queste iniziative – tra le più partecipate, nell’ambito di uno dei retraining periodici della Misericordia – ha previsto una giornata di frequenza al Centro polifunzionale della Protezione Civile dove è stato possibile far simulare a tutti gli intervenuti, compresi quindi i ragazzi degli istituti scolastici superiori, particolarmente quelli del Liceo Classico, i principali scenari del soccorso all’aperto, come gli incidenti stradali, i politraumi da cadute accidentali, le ferite nonché alcuni trattamenti connessi, come le medicazioni, la preparazione di un accesso venoso ecc.
Comprensibile l’elevato livello dell’entusiasmo registrato tra i partecipanti che – come loro stessi hanno rilevato, all’unisono con i propri docenti – «sono potuti venire in contatto diretto con competenze che normalmente non venivano diffuse in altro modo e restavano pertanto largamente sconosciute». Quindi non soltanto i partecipanti si sono impadroniti di capacità teorico-pratiche che potranno sempre rivelarsi utili – talvolta indispensabili e addirittura “salvavita” – in qualsiasi momento e ovunque; ma sono anche venuti a conoscenza del mondo del Volontariato e delle opportunità che offre d’impiegare in tale ambito un periodo della propria esistenza al servizio degli altri, un qualcosa che fa sentire meglio chi la fa almeno quanto chi la riceve! Così, chi lo vorrà, potrà avere presso la Misericordia di Arezzo un riferimento a cui rivolgersi per proseguire…e sono già in molti i giovani che hanno rivolto alla Confraternita precisa richiesta in tal senso.
A proposito di quanto sopra, nel sottolineare che sono state moltissime le testimonianze di gradimento giunte a noi nei modi più disparati, sia da alunni sia da insegnanti e perfino da genitori, abbiamo voluto sceglierne una che ci piace citare integralmente, per comprenderle tutte. E riguarda l’autrice, E. M., studentessa del gruppo delle classi 3B e 3D della curvatura biomedica del Liceo Classico F. Petrarca, circa l’esperienza formativa di PCTO svolta presso la Misericordia di Arezzo:
«Salve, sono E. M., studentessa della classe 3B del liceo classico Francesco Petrarca, partecipante al progetto portato avanti dalla Misericordia di Arezzo per il nostro PCTO. Il progetto, che ha avuto luogo per due mattinate consecutive (sabato 27 maggio 2023 e domenica 28 maggio 2023) dalle ore 08:00 alle ore 13:30, è stato, oltre che ben organizzato, assai piacevole. Le persone che ci hanno accompagnato/insegnato, lo hanno fatto con gran professionalità e serietà, lasciandoci momenti di svago e unendosi a noi quando ne avevamo bisogno. Le preziosissime informazioni ricavate da questa esperienza, oltre che essere state di sicuro assimilate notevolmente da tutti i ragazzi presenti, rimarranno per tanto, e la loro utilità non è per niente scontata. Siamo felici di aver preso parte a una simile occasione, una vera e propria lezione di “come si sta al mondo”, e ringraziamo chiunque abbia fatto qualcosa per renderla possibile. Cordiali saluti, E. M., classi 3B e 3D.»
Un ringraziamento speciale va a quegli operatori della Misericordia di Arezzo che si sono prodigati spontaneamente affinché quest’opera di sensibilizzazione al volontariato portata alle suole superiori, nata appena nel marzo scorso, prendesse così rapidamente campo e con tanta soddisfazione, reciprocamente espressa tra Confraternita, Istituti superiori e Comunità cittadina: Andrea Agnolucci, Erika Bartoli, Roberta Basagni, Sara Duchi, Marco Feri, Tommaso Bonanni, Saverio Peruzzi, Federico Rapini, Evelin Rossi.
Si dice che il primo balzo di progresso compiuto dall’umanità non sia coinciso con la scoperta e il controllo di una qualche arma primitiva ma con l’immobilizzazione di una gamba fratturata, finché non subentrò la calcificazione che guarì la frattura (calcificazione rimasta evidente nello scheletro di quel lontano nostro predecessore, di cui un suo simile evidentemente aveva voluto occuparsi, perché non soccombesse agli eventi)!
Ecco: rammentiamolo sempre che si rivela più progredita non la comunità più tecnologica bensì quella che sa prendersi meglio cura dei propri componenti più deboli, bisognosi, indifesi. La comunità che è consapevole dei propri ultimi, anche quando sono invisibili al resto del mondo.
(NB: …tutte le immagini con traumi, ferite, sanguinamenti ecc si riferiscono a simulazioni studiate da truccatori specializzati per rendere la finzione più realistica. Nessuna immagine è riferita a pazienti e scenari autentici)